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Geological Tours

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I dinosauri dei Lavini di Marco
 

autore:    Marco De Zuani [28-04-2009]

Verso la fine degli anni ?80, un appassionato naturalista di Rovereto (TN) sta passeggiando lungo i liscioni di frana a monte della cittadina trentina, il sole è basso sull?orizzonte e guardando le lisce rocce che lo circondano nota alcune curiose serie di ombre dalla forma rotondeggiante. Avvicinatosi si accorge che quelli che stava osservando non erano semplici buchi nella roccia, ma impronte impresse da animali vissuti in un lontano passato?

Da allora sono passati ormai 20 anni, le orme scoperte in quei giorni sono state a lungo studiate da numerosi esperti ed oggi il sito paleontologico dei Lavini di Marco è un luogo straordinario dove ammirare le tracce dei dinosauri vissuti nel Jurassico.

Ma facciamo un passo indietro? La storia del sito risale a circa 190 milioni di anni fa, quando l?Italia non esisteva e il mega continente chiamato Pangea si stava suddividendo in due parti, Laurasia e Gondwana, tra le quali si sta formando il grande oceano della Tetide.
La porzione di crosta terrestre, che molto tempo dopo sarebbe andata a formare il nostro paese, si trovava lungo la costa del continente meridionale (Gondwana) ed era caratterizzata da isole e promontori separati da un mare caldo e poco profondo; un paesaggio simile a quello che oggi possiamo vedere nella fascia caraibica e nell?arcipelago delle Bahamas.

In quel periodo geologico, nelle acque della Tetide si stavano depositando sottili livelli di fango, che strato su strato sarebbero andati a costituire gli odierni calcari grigi jurassici, rocce carbonatiche stratificate che contengono al loro interno numerosi fossili marini. Sulla terra ferma però vivevano animali bel più grandi, le ?grandi lucertole?, i dinosauri!
Infatti sulla piattaforma di Trento, area dove si trovava l?attuale nord d?Italia, il clima era caldo ed umido, le coste erano ricoperte da rigogliosa vegetazione, l?ambiente ideale per i grandi erbivori dove trovare cibo in abbondanza e dove si trovano le prede?. ci sono i predatori!

Durante i periodi asciutti alcune aree costiere si trasformavano in piane fangose, che i dinosauri attraversavano abitualmente alla ricerca di cibo, lasciandovi innumerevoli impronte. Molte di queste tracce venivano repentinamente cancellate dal mare o dagli eventi atmosferici, ma alcune di esse, rimanendo esposte al sole più a lungo, si indurivano a causa della precipitazione dei sali contenuti nelle acque salmastre, conservandosi per quasi 200 milioni anni!
Ma una volta ricoperte da nuovi sedimenti, queste meravigliose testimonianze fossili sarebbero rimaste per sempre inglobate negli strati di roccia e nessuno avrebbe mai potuto ammirarle, se attorno al 1000-1200 d.C. non si fosse innescata la grande frana dei Lavini di Marco, la famosa ?Ruina? descritta da Dante nella Divina Commedia, che le ha riportate alla luce.

Ma quanti dinosauri hanno lasciato le loro tracce nelle rocce dei Lavini di Marco?

Moltissimi! Sono state infatti identificate centinaia di impronte, lasciate sia da dinosauri erbivori che carnivori, e sono stati riconosciuti decine di individui diversi tra loro.





Tra i carnivori si possono ammirare diverse piste lasciate da individui di forma e dimensioni notevolmente diverse tra loro, passando dai piccoli esemplari di 2-3 metri e 70-100 kg, appartenenti alla famiglia dei Sarcosauri, ai più grandi Dilophosauri, pesanti anche 300-500 kg, per finire con i grandi predatori riconducibili alla famiglia dei Tetanure, enormi bestioni lunghi 7-8 metri e pesanti fino ad una tonnellata (simili al più famoso Tirannosauro).

Tra gli erbivori troviamo sia individui bipedi che quadrupedi. Questi grandi lucertoloni dall?andatura piuttosto goffa, caratterizzati dal treno delle zampe posteriori più largo rispetto a quello delle anteriori, si muovevano spesso in aree paludose dove potevano trovare contemporaneamente grandi quantità di cibo e protezione dai carnivori, poco adatti a muoversi nel fango. Le piste meglio conservate appartengono agli Ornitopodi, grossi esemplari bipedi che lasciavano grandi impronte trilobate, e ai sauropodi della famiglia dei Vulcanodonti, individui quadrupedi lunghi 8-10 metri e pesanti ben oltre la tonnellata.

Ammirare le tracce lasciate da questi grandi rettili ci permette oggi di comprendere e di studiare molte delle loro caratteristiche peculiari. Possiamo infatti capirne forma e dimensione, ne studiamo movimento e velocità, comprendiamo le loro abitudini di vita, se si spostavano in branco oppure come individui solitari, cosa mangiavano ed in che tipo di ambiente vivevano, insomma un vero ed affascinate viaggio nel passato?un salto indietro nel Jurassico!!

Guidare gruppi in questo sito è un esperienza davvero appagante; è possibile infatti trattare argomenti naturalistici di grande spessore, ammirando da un semplice sentiero le strepitose testimonianze della vita dei dinosauri, senza dover essere esperti escursionisti o scalatori.
In sintesi, questo è il luogo ideale dove accompagnare gruppi eterogenei, famiglie con bambini e scolaresche, sicuri di stimolare sicuramente interesse e curiosità. Vedere poi le facce meravigliate dei bambini alla vista delle impronte e la loro gioia nell?immaginare i grandi dinosauri, è una grande ricompensa per chi come noi fa questo lavoro!